Chiesa di S. Maria di Carpignano
Dipinto
Sec. XIX
Olio su tela
La
tela, opera di un anonimo pittore, riproduce il trasporto del corpo di S.
Restituta. La
Santa, ormai defunta, è posta all’interno della barca dove è sostenuta da tre
angeli. Un
quarto ed un quinto angelo conducono l’imbarcazione, mentre un sesto angelo è
raffigurato mentre sistema una corona di fiori sulla testa della Santa. Sullo
sfondo sono raffigurati due fanciulli nudi che sorreggono la palma del
martirio, mentre altri quattro angeli, nella forma di teste alate, osservano
la scena. Per
stile l’opera può essere datata nella seconda metà del XIX° secolo, non è di
provenienza locale ma è stata collocata nel Santuario dai Padri Mercedari. Restituta
era una ragazza di origine africana, vissuta tra la fine del III° e l’inizio
del IV° secolo. Si
formò sotto il vescovo di Cartagine San Cipriano. Nell’anno 304, durante la
persecuzione di Diocleziano, fu arrestata, processata e condannata a morte
insieme ad altri 50 cristiani. Una
Passiones del X° secolo racconta
che la vergine, una volta condannata a morte, venne legata e posta su di una
barca carica di stoppa e intrisa di resina e pece. La barca venne portata a
largo dai carnefici e data alle fiamme. La ragazza rimase illesa mentre le
fiamme inghiottirono l’imbarcazione dei suoi carnefici. Restituta ringraziò
il Signore per averla salvata e gli chiese di accedere alla pace eterna e di
tanto venne esaudita. Una
tradizione millenaria racconta che la barca su cui viaggiava il corpo della
Santa era guidata dagli angeli all’isola di Ischia. Qui un angelo avvertì una
matrona cristiana di nome Lucina che, recatasi in spiaggia, ritrovò
l’imbarcazione arenata con il copro della Santa. Subito richiamò la popolazione
dell’isola e insieme diedero sepoltura al corpo della martire nel sito dove
oggi è il Santuario dedicato alla Santa, a Lacco Ameno. R. M. |